martedì 31 marzo 2009
L'incontro con la fiaba
L'incontro con la fiaba
L'incontro con la fiaba è molto emozionante perché entra in gioco la capacità di spaziare con la fantasia e soprattutto perché ad entrarvi in contatto sono specialmente bambini dai 3 ai 10 anni. In questo arco di tempo il processo evolutivo è molto rapido perché cambiano i desideri e le aspettative e lo sviluppo cognitivo e relazionale. Le fiabe hanno molta importanza in quanto dentro di esse c'è tutta la storia dell'umanità. Molti si sono interessati dell'analisi della fiaba ed uno di questi è V. J. Propp il quale si rese conto che la fiaba è una struttura perfetta del prodotto letterario. Egli parla di circa 30 casi frequenti in ogni fiaba provenienti da tutto il mondo e con storie diverse.È per esempio presente in ogni fiaba la lotta tra il bene ed il male: vi è sempre presente il personaggio protagonista che riesce a sconfiggere le azioni negative dell'antagonista. E sono sempre presenti gli aiutanti che aiutano il protagonista nella lotta per il bene. Cosa importante c'è sempre il lieto fine. Ci si chiede spesso il perché ci sia sempre un lieto fine e la risposta è che le fiabe sono iniezioni di ottimismo che aiutano il bambino ad affrontare gli eventi positivi e negativi. I racconti sono una parte di vita di tutti i giorni e grazie alla fiaba il bambino si sente "più sicuro" nell'affrontare gli eventi.Un altro autore che si interessa di fiabe per bambini è Bettelheim. Molti genitori credono che al bambino dovrebbero essere presentate soltanto la realtà conscia o immagini piacevoli e capaci di andare incontro ai suoi desideri ma questa teoria risulterebbe inutile in quanto la vita reale non è tutta rose e fiori. Il messaggio che Bettelheim manda ai bambini è questo ""una lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è una parte intrinseca dell'esistenza umana, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine uscire vittorioso"I personaggi delle fiabe non sono ambivalenti: non buoni e cattivi nello stesso tempo, come tutti noi siamo nella realtà. Ma dato che la polarizzazione domina la mente del bambino, domina anche nelle fiabe. Una persona è buona o è cattiva, mai entrambe le cose.La presentazione della polarità permette al bambino di comprendere la differenza fra le due cose. Il bambino si identifica nel personaggio dell'eroe non a motivo della sua bontà ma perché la condizione dell'eroe esercita un forte richiamo positivo su di lui. Il succo di queste fiabe non è la morale ma la fiducia di poter riuscire. La vita può essere affrontata con la fiducia di poter superare le sue difficoltà o con la prospettiva della sconfitta. Il classico finale: "E vissero felici per sempre" non fa credere per un solo istante al bambino che la vita eterna sia possibile. Essa indica però qual è l'unica cosa che può farci sopportare i limiti del nostro tempo su questa terra: la formazione di un legame veramente soddisfacente con un'altra persona.Le fiabe insegnano che quando si è arrivato a questo si è arrivato al massimo soddisfacimento emotivo nella vita e soltanto questo può aiutare a superare la paura della morte.La fiaba è orientata verso il futuro e guida il bambino aiutandolo ad abbandonare i suoi desideri infantili di dipendenza e a raggiungere una più soddisfacente esistenza indipendente.
fonti:
www.studenti.it./appunti/pedagogia/fiaba.com
(Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Milano, Feltrinelli, 1975, pp. 13.)
Il significato e le funzioni della fiaba nello sviluppo del bambino. Alessia Ciuffardelli
Elena Arata
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