sabato 28 marzo 2009
il giornalismo in esilio
Il giornalismo in esilio.
La servitu’, in molti casi, non è violenza dei padroni, ma tentazione dei servi.
“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia;il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.” (H.Verbitsky). Non esiste definizione migliore per spiegare il mestiere di giornalista; per farlo e per farlo bene, (cosa assai piu’ rara),si possono utilizzare diversi mezzi: c’ è la televisione,il mass media per eccellenza, ci sono i giornali,le radio e infine internet.
La TV,soprattutto in Italia, è uno dei mezzi di informazione piu’ utilizzato. Tutti noi conosciamo i telegiornali e le trasmissioni che vanno in onda in prima o seconda serata che trattano di attualità, gli esempi sono molteplici: da “Ballarò” , “Porta a Porta”e “Annozero” sulla RAI, a “Matrix”,su Mediaset, all’ “Infedele” su La7.
Tutti Talk show che vanno in onda su reti diverse in giorni diversi con conduttori e giornalisti differenti, ma cos’ hanno in comune questi programmi? Oltre ad alcuni ospiti tra i quali politici che cercano ossessivamente l’ occhio della telecamera .
In tutti vi è la figura del presentatore-giornalista (Giovanni Floris, Michele Santoro, ecc) che funge da moderatore durante i dibattiti. Il suo compito è quello di fornire argomenti di discussione, solitamente fatti accaduti recentemente e di interesse pubblico grazie a servizi televisivi realizzati da colleghi o a dati forniti da diverse agenzie, far emergere i differenti punti di vista degli ospiti e far proporre le eventuali soluzioni ad uno o piu’ problemi emersi, appoggiano in modo imparziale la tesi- valutata con criteri oggettivi- di un invitato piuttosto che di un altro.
In questi anni assistiamo ad una spettacolarizzazione che investe telegiornali e programmi di approfondimento è un fenomeno noto alla sociologia: Il cosiddetto declino dell’ informazione e crescite del loisir, cioè il divertimento. Insomma, non è piu’ importante cosa dici ma come lo dici. Le notizie si svuotano nel contenuto e rimane solo la forma. Un fatto assume piu’ importanza se viene raccontato in televisione piuttosto che scritto su un giornale. Perché accade? Perchè la TV ha maggior impatto è immediata rispetto ad un quotidiano o ad un settimanale, impegna di meno e si rivolge ad una fascia di popolazione piu’ ampia.
Ma se è vero che c’ è un declino dell’ informazione e che come diceva il famoso sociologo Mc Luhan: “il medium è il messaggio”, com’ è possibile districarsi nel mondo dei mass media? Capire cosa è importante e cosa no? Distinguere le notizie vere da quelle false?
Internet, un mezzo di comunicazione tra i piu’ recenti, potrebbe essere la soluzione. Certo, anche le notizie messe in rete non sono immuni da distorsioni volontarie o involontarie, ma la differenza fondamentale rispetto agli altri mezzi è che il lettore/spettatore non subisce passivamente i suoi effetti.
Grazie alla nascita di riviste multimediali- collegate a quelle della carta stampata- sono nati anche i primi blog e i forum in cui tutti i visitatori possono esprimere le loro opinioni e sono invitati a partecipare ad iniziative e sondaggi.
Fra questi giornali vi sono “Repubblica”, diretta da Ezio Mauro, il “Corriere Della Sera” da Paolo Mieli, e altri quotidiani illustri.
Per capire realmente la differenza facciamo due esempi. Mettiamo il caso che un giornalista molto vicino a un personaggio politico di rilievo diffonda e faccia diffondere notizie ambigue o addirittura false al solo scopo di favorire quest’ ultimo o addirittura un partito o un governo. A questo punto lo spettatore ascolta le notizie, le “subisce” ma senza poter smentire o controbattere. Purtroppo questo successe realmente: Vittorio Feltri allora direttore de “Il Giornale” , nel 1997 pubblicò a cadenza pressoché giornaliera notizie diffamatorie ai danni dell’ ex pm Antonio Di Pietro dipingendolo come un magistrato corrotto; Il tutto alla vigilia delle elezioni suppletive senatoriali del Muggello che vedevano contrapposti Di Pietro e il “berlusconiano” Giuliano Ferrara. Il direttore fu poi querelato e condannato a risarcire l’ ex magistrato. Ma i lettori per un periodo di tempo relativamente lungo lessero e credettero alle notizie pubblicate anche se prive di un qualsiasi fondamento.
Altro caso. Un’ intera classe dirigente usa a proprio uso e consumo i mass media per spostare l’ attenzione dei cittadini da problemi reali come l’ economia del Paese piuttosto che la criminalità a futilità come la nascita di nuovi sport o serie televisive; questo oltre che vergognoso è pericoloso. L’ utente è influenzato dalla TV molto piu’ di quanto creda: in questo caso il soggetto si concentra realmente sulle banalità e perde la percezione della gravità della situazione reale. Anche questo caso è avvenuto: durante le udienze dei processi per mafia di Andreotti nel 2002 -condannato- e di Dell’ Ultri(Forza Italia) –condannato- e per corruzione di Previti(Forza Italia),-condannato- i telegiornali e i programmi d’ approfondimento parlarono di altre questioni: tra cui il delitto di Cogne, nuove fiction, e argomenti ben lontani dai processi del secolo. A volte molto piu’ platealmente- la vicenda del sindaco di Pescara D’ Alfonso( Partito Democratico), o le vicende giudiziarie dell’ ex Ministro della giustizia del governo Prodi Clemente Mastella -i telegiornali invece che limitarsi a raccontare i fatti danno ampio spazio a dichiarazioni soggettive di politici che li commentano secondo opinioni personali svuotando di fatto l’ avvenimento. (Parlano di errori giudiziari e complotti politici senza smentite ovviamente. )
In parole povere: se qualcuno va in televisione a raccontar “balle” o a raccontare notizie prive di rilevanza si ascolta, se lo fa su internet lo si può smentire-interazione tra le parti- cercare notizie parallele e trovare la famosa pluralità d’ informazione.
Questo spiega perché in Italia i politici che usano la rete sono nettamente in minoranza rispetto a quelli che diffondono comunicati e/o rilasciano interviste sul piccolo schermo.
Esistono blog in cui giornalisti maestri di professionalità come Paolo Flores D’Arcais direttore di “Micromega” leggono e rispondono ai commenti lasciati da visitatori, oltre a lui ci sono Marco Travaglio, Peter Gomez (voglioscendere.it), Massimo Fini -che ha fondato recentemente un nuovo giornale “La voce del Ribelle”- e tanti altri che in rete si sentono liberi da ogni limitazione o censura, che invitano ad informarsi ad essere indipendenti e a non chinare sempre la testa.
Così nel 2008 le riviste o i blog di giornalisti e non solo-vedi Nando Dalla Chiesa- sono rimaste fuori dal controllo dei “potenti”. Questi professionisti svolgono un mestiere che può essere definito con le parole di H. Verbitsky- uno dei piu’ grandi giornalisti -argentini inizialmente riportate. È troppo comodo non svolgere il proprio lavoro con serietà e assecondare questa o quella corrente politica; quando la condizione di servitu’ non viene imposta ma scelta, quando si preferisce la censura invece che la libertà, la menzogna rispetto alla verità, i riconoscimenti dall’ alto invece che quelli dal basso, ci si trova di fronte alla prostituzione della parola scritta o orale, alla perdita di coscienza sociale e individuale, alla perdita di controllo: scriveva George Orwell in “1984”:” chi controlla il passato controlla il futuro e chi controlla il presente controlla il passato.”
In un Paese in cui il premio “Ambrogino” del comune di Milano viene negato a un maestro come Enzo Biagi (1920-2007) e a un giovane come Roberto Saviano diventato scrittore non per passione ma per necessità. ( Gomorra Viaggio nella camorra); in un Paese in cui Indro Montanelli viene dimenticato( se non insultato.. non so cosa sia peggio), Rosa Capacchione mai nominata e quindi sconosciuta a molti- e Licio Gelli esaltato il minimo che può accadere è essere “confinati” in rete.
Eppure, in un paese come questo -forse perché Gian Antonio Stella scrive “La Casta”, Lirio Abbate continua a pubblicare libri, Saviano dichiara di voler scrivere ancora, Marco Travaglio parla nelle piazze e la sua penna sembra implacabile( “La scomparsa dei fatti”2007 , “Per chi suona la banana” 2008…) Antonio Massari racconta le ingiustizie subite da P.M. come Clementina Forleo e Luigi De Magistris, Milena Gabanelli dimostra che si può fare ancora buon giornalismo in TV con “Report”- io riesco ancora ad avere delle speranze, ad essere fiduciosa.
Alessandra Fontana
Siti consigliati:
http://www.voglioscendere.it/
http://www.beppegrillo.it/
http://www.societàcivile.com/ (blog di Gianni Barbacetto- giornalista)
http://www.danieleluttazzi.it/
http://www.repubblica.it/
http://www.micromega.net/
http://www.corriere.it/
http://www.massimofini.it/
http://www.report.rai.it/
http://www.annozero.it/
http://www.gadlerner.it/
Altri blog e siti sull’ informazione si possono trovare su voglioscendere.it .
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